STORIA DI UNO GNOMO CHE SALI’ NEL CIELO

C’era una volta uno gnomo di nome Campanellino. Era molto saggio, perché aveva tanti anni, aveva letto tantissimi libri, rifletteva molto e aveva girato tutto il mondo. Era solito di essere circondato da gnomi di tutte le età a cui piaceva ascoltare le sue narrazioni su luoghi straordinari, particolarità e tradizioni di terre sconosciute, incredibili scoperte, leggi della natura e la loro applicazione pratica, bellezza in tutte le sue manifestazioni… Campanellino aveva il dono di appassionare gli ascoltatori talmente tanto da fargli dimenticare tutto. I giovani lo stimavano tantissimo e l’ascoltavano con grande interesse. Lui, ovviamente, ne era lusingato. D’altronde, il saggio Gnomo non si accontentava solo del ruolo di narratore. Cercava sempre ad accendere nei cuori dei giovani la voglia di scoprire, indagare, studiare, creare e realizzare qualcosa. Campanellino non temeva assolutamente che qualcuno dei suoi allievi potesse diventare più saggio di lui e raggiungere traguardi di gran lunga superiori ai suoi. Al contrario, individuava abilmente i talenti e li incanalava nella direzione dove avrebbero potuto svilupparsi al massimo. Questo Gnomo era di larghe vedute e grande intuito. Inoltre, condivideva generosamente le sue inesauribili idee, alcune delle quali a prima vista potevano sembrare incredibili, ma col tempo si rivelavano non solo realizzabili, ma persino geniali…

Nel corso degli anni, la fama del fenomenale Campanellino si diffuse ben oltre i confini del suo villaggio. Gnomi provenienti da terre lontane venivano appositamente per ascoltare i suoi meravigliosi racconti e chiedere consigli. Lui non negava accoglienza e aiuto a nessuno, apprezzando a suo turno dell’opportunità di avere dei nuovi interlocutori e di arricchire il proprio bagaglio culturale grazie a loro.

Un giorno accadde che le storie di Campanellino raggiunsero per caso le orecchie degli angeli che soggiornavano su una grande nuvola. In quel momento stavano creando un arcobaleno colorato indirizzando raggi di sole attraverso un prisma di cristallo sulle impercettibili gocce d’acqua. Le creature celestiali pensarono che questo gnomo avrebbe potuto movimentare la monotonia delle loro attività ricreative. Pertanto, decisero di attirarlo dalle loro parti ad ogni costo.  Prima di tutto gli angeli resero l’arcobaleno più luminoso e sgargiante. I loro sforzi non furono vani. Lo gnomo rimase affascinato da un fenomeno così insolito ed incantevole. Soddisfatti dall’effetto ottenuto, gli angeli calarono ai suoi piedi una scala dai gradini luminosi. Campanellino la osservò dubbioso e incuriosito e si guardò intorno. Era da solo, non c’era nessuno vicino. Lo gnomo si fece coraggio e salì sul primo gradino, intento ad iniziare l’ammaliante ascesa verso il vivido arcobaleno. Fino ad allora gli era sempre sembrato assolutamente irraggiungibile. Voltatosi indietro dopo aver fatto un altro passo, scoprì che i gradini luminosi alle sue spalle scomparivano, dissolvendosi nell’aria.

– Visto che oramai non si può più tornare indietro, non resta che andare avanti! – pensò lo Gnomo. – D’altronde, sono riuscito a fare molto nella vita e a raccontare tante cose ai miei cari gnomi. Ho aiutato molti di loro a trovare il proprio percorso nella vita. Ho scritto la storia della grande famiglia di gnomi, affidandola alle generazioni future. Magari adesso riusciranno ad arrangiarsi da soli, anche senza di me. Io invece posso salire ad un altro livello, raggiungendo l’intrigante dimensione che mi era inaccessibile finora.

Campanellino proseguì su per la scalinata luminosa. Arrivato al nono gradino, non riuscì a trattenersi dal gettare uno sguardo giù. Vide di sotto tanti gnomi riuniti che mostravano segni di grande sconforto.

– A quanto pare, se ne sono accorti della mia assenza. Probabilmente sono addolorati per la mia mancanza.

Non avendo modo per tornare indietro, lo Gnomo desiderava comunque consolare e rincuorare in qualche modo i suoi cari. Acchiappò una nuvoletta di passaggio e la scosse fortissimo, facendone uscire tanti soffici fiocchi di neve. Ben presto il terreno si coprì di un soffice manto bianco, alla vista del quale gli gnomi pietrificati dal loro dolori si animarono un po’. I più giovani cominciarono a modellare un pupazzo di neve con le orecchie e musetto simili a quelli dell’orso che avevano fatto tempo fa insieme al Campanellino. Le massaie tirarono fuori dalle case tappeti pelosi per rinfrescarli con la neve, in modo da riempire la casa con il fresco profumo invernale. Anche questo era uno degli insegnamenti del saggio gnomo. Alcuni giovani curiosi si armarono di lenti di ingrandimento per scrutare i fiocchi di neve. Così scoprirono che ognuno di essi era davvero unico e speciale, proprio come aveva detto Campanellino.

La neve cadeva silenziosamente, portando pace nelle anime degli gnomi e scacciandone la tristezza. A poco a poco tutti tornarono alla routine quotidiana, conservando nei cuori il ricordo di quello che non era più con loro. Ognuno ne aveva uno personale, unico e speciale.

Seppur addolorato per aver reso tristi i suoi cari, lo Gnomo allo stesso tempo si compiacque di essere riuscito a distrarli almeno un po’ e a farli riprendersi dal torpore. Campanellino proseguì la sua ascesa. Oramai camminava a passo svelto, senza voltarsi indietro.

Giunto al quarantesimo e ultimo gradino, lo Gnomo esitò un attimo. L’agognato arcobaleno era ormai vicino, letteralmente a portata di mano. Davanti a lui si estendeva un’enorme nuvola bianca che sembrava molto soffice ed accogliente. Campanellino si fece coraggio e spiccò l’ultimo passo, salendo sulla nuvola. Tutt’ ad un tratto, dal nulla apparve un’aureola luminosa alla quale emersero degli angeli. Lo presero con delicatezza a braccetto e lo condussero nel salotto celeste, dove lo fecero accomodare sui morbidissimi cuscinoni nuvolosi intenti ad ascoltare le coinvolgenti storie. Campanellino non era un tipo timido, quindi si ambientò molto in fretta. D’altronde, lo entusiasmava la straordinaria opportunità di fare discorsi davanti ad un nuovo pubblico molto attento. Gli angeli apprezzarono tantissimo i racconti sulla vita terrena e, a loro volta, iniziarono a svelare allo Gnomo alcuni segreti dell’Universo, ignoti agli abitanti terrestri.

Man mano l’ambiente nebuloso e i suoi abitanti divennero famigliari al Campanellino. Il Teatro degli Angeli da lui organizzato fu un successone, come d’altronde anche le serate di musica celestiale e interessantissime conversazioni sull’ordine del mondo… Tuttavia, lui continuava ad essere in pensiero per i suoi cari gnomi. Voleva accertarsi che stessero bene, sapere come procedevano e se erano felici. Ma come poteva fare per scendere dalla nuvola? A questo punto Campanellino iniziò man mano a persuadere gli angeli di fare un’incursione sulla terra. Promise agli angeli musicisti che gli avrebbe mostrato un’orchestra da cui si avrebbe l’occasione di prendere spunto per la scelta degli strumenti musicali per concerti celestiali da aggiungere alle corna, arpe e tuoni che svolgevano le funzioni dei tamburi.  Angeli esploratori furono incuriositi dall’opportunità di poter osservare degli esperimenti eseguiti dagli allievi dello Gnomo per arricchire l’assortimento di effetti speciali. Altri angeli erano disposti a seguirlo ovunque senza troppe implorazioni. Richiamarono la nuvola superveloce che usavano per spostarsi e si diressero giù, sulla terra…

Dopo aver visitato tutti i luoghi promessi dallo Gnomo, la squadriglia celeste giunse all’insediamento degli gnomi per permettere a Campanellino di dare un’occhiata ai suoi cari prima di risalire. Oramai era sera e la nuvola da spostamenti si colorò di rosa nei raggi del sole che stava tramontando. Sulla terra tutti erano immersi nelle faccende quotidiane. Gli angeli si erano raccomandati con Campanellino di non dare assolutamente nell’occhio e di non rivelare la sua presenza a nessuno. Lui comunque faticava a rimanere impassibile. Così quando notò un bambino che, preso dal gioco con gli amici, rischiava di finire sull’orlo di un precipizio, gli mandò contro un piccione con lo scopo di distrarlo e costringere a cambiare traiettoria. Vedendo un gruppo di gnomi inventori, lo Gnomo celestiale notò con piacere notevoli progressi nelle loro ricerche. Stavano discutendo animatamente sulla linea d’azione migliore da intraprendere, quando all’improvviso una macchia di luce rosa apparve su una bozza proposta, come se volesse indicare la scelta giusta. Infine, lo Gnomo sbirciò alla finestra della sua già casa. Vide i suoi famigliari e amici più cari riuniti attorno al tavolo. Campanellino usò il magico trucco di giardinieri celestiali, indirizzando un cumulo di energia positiva sulla pianta che si trovava sul davanzale. Come per miracolo vi sbocciò un grande fiore dai petali vermigli. Prima di ritirarsi lo Gnomo non seppe trattenersi dalla tentazione e agitò il piccolo sonaglio posto sulla punta del suo cappello a cono davanti alla porta. Gli abitanti della casa udirono il suono melodioso e aprirono la porta. Fuori si mise a nevicare. Gli ultimi raggi del sole al tramonto illuminarono il vortice dei grandi e soffici fiocchi di neve, che per un attimo sembrarono formare la sagoma di uno gnomo con una mano alzata come in cenno di un saluto. Scese il crepuscolo, poi la notte. La neve continuava a cadere, scintillando nella luce della luna e delle lanterne e ispirando pace e tranquillità…

Un pensiero su “STORIA DI UNO GNOMO CHE SALI’ NEL CIELO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *