Favola di gnomi, dell’amore e del thé

Ai piedi di una grande quercia secolare s’intravedeva una piccola porticina. Non si notava tanto, nascosta dietro all’erba e foglie di edera. All’alba, quando le cime dei monti si tinsero di rosa sotto i primi raggi di sole, gli uccelli ricominciarono a cinguettare e teneri fiori sull’aiuola iniziarono ad alzare le loro corolle assonnate, la porticina d’improvviso si aprì, lasciando sgusciare fuori un piccolo omino. L’omino s’infilò un cappello a cono sulla testa, si guardò attorno e con passo affrettato si diresse verso il bosco. Poco dopo la porta si aprì di nuovo e sulla soglia apparve una minuscola femmina vestita con un abito colorato e un cappello a cono color fucsia. Guardò il cielo per assicurarsi dell’assenza di nuvole da pioggia, tirò fuori un cesto con vestiti appena lavati e si mise a stendere il bucato.

All’interno della vecchia quercia si trovava, riparata dagli occhi dei curiosi, una casa di gnomi. Abitavano qua da tanto tempo, praticamente da quando si sono conosciuti. Il primo incontro dello Gnomo e della Gnoma avvenne su un prato pieno di fiori di tarassaco. Lei ci era venuta per raccogliere dei fiori gialli del dente di leone per prepararne una deliziosa bevanda, mentre lui era intenzionato a tagliare dell’erba per il fieno. Fatta la conoscenza, iniziarono a frequentarsi, incontrandosi praticamente tutti i giorni. Poco dopo decisero di vivere insieme. Gli gnomi trovarono una magnifica quercia secolare che andava benissimo per farci casa. Lo Gnomo fece il suo meglio, sistemando e arredando la loro nuova casa. La Gnoma la rese accogliente, mettendo delle belle tende e decorandola con dei fiori colorati e varie cianfrusaglie carine. Alla sera gli gnomi amavano stare insieme bevendo del thè, mangiando dolcetti, raccontandosi a vicenda come erano andate le loro giornate, scambiandosi notizie, chiacchierando del più e del meno e semplicemente apprezzando la gioia di stare uno accanto all’altra. Era il loro momento preferito della giornata che gli rafforzava la piacevole sensazione di complicità.

Passarono anni. La famiglia degli gnomi si era allargata con l’arrivo dei figli e degli animali domestici. C’erano moltissime cose da fare e da sbrigare, tanto che non c’era più tempo per nient’ altro, nemmeno per parlare. Non prendevano più del thé insieme. Ognuno passava le serate per conto proprio. All’apparenza tutto era come sempre, ma per qualche misteriosa ragione la loro accogliente casa non gli piaceva più, lo Gnomo divenne irascibile, pronto ad arrabbiarsi ad ogni minima occasione, mentre la Gnoma sembrava triste e pensierosa.  La vita nella casa degli gnomi scorreva regolare, al solito modo, ma tutto sembrava fin troppo ordinario e banale. I giorni si assomigliavano tutti e passavano senza lasciare nessuna traccia particolare.

Una mattina la Gnoma uscì, come d’abitudine, per stendere il bucato e ad un tratto si fermò sul posto. Il prato davanti alla casa era cosparso di vivaci fiori color giallo. Erano fiori di tarassaco, o dente di leone come li chiamavano tutti.  Le loro corolle sgargianti fecero ricordare alla Gnoma il suo primo incontro con lo Gnomo, avvenuto su un prato fiorito molto simile. Le vennero in mente i loro teneri e gioiosi appuntamenti, le serate passate dietro alle tazze di thé e chiacchiere…. Possibile che tutto questo era diventato solo un lontano ricordo, un passato irrimediabile?!

Risvegliandosi dai pensieri, la Gnoma prese una ferma decisione di riconquistare la felicità che pian piano stava scomparendo e si diede subito da fare.

Quella sera, lo Gnomo imbronciato tornava a casa dopo una giornata di lavoro, quando qualcosa lo fece fermare prima di aprire la porta. Sentì il canticchio della Gnoma e le risate dei bambini. Inoltre nell’aria si spargeva un profumo delizioso dei dolci appena sfornati. E accadde una magia. Il volto dello Gnomo si rasserenò. Invece di entrare subito in casa, tornò nel bosco dove l’altro giorno erano sbocciate delle violette. Raccolse un mazzo di violette color lilla scuro e si affrettò verso casa. Lo attendeva una tavola apparecchiata di tutto punto, al centro della quale troneggiavano una grande teiera e un vassoio di dolci ancora fumanti. Lo Gnomo porse alla Gnoma il suo mazzo di violette. Lei gli sorrise felice (come accadeva tanti anni fa), abbracciò il suo compagno della vita, gli diede un bacio e l’invitò a sedersi a tavola. Quella sera passarono moltissimo tempo a bere il thé, parlare di tutto e di più, ridere, scambiarsi le notizie accumulatisi durante il periodo in cui non si parlavano quasi, fare dei programmi per il futuro insieme ai loro figli. Da allora in poi, il thé serale divenne una tradizione di famiglia e nella casa degli gnomi si stabilirono l’amore, l’armonia, la complicità, la gioia e la felicità.